Viaggio in un incubo! Andata e ritorno! (1^ parte)

Kiss e la sua …anzi la nostra Odissea!

LO SCRIVO, NON LO SCRIVO, LO SCRIVO, NON …..

Come potete immaginare dal titolo, eccomi a raccontarvi un momento difficile, a volte straziante, che abbiamo vissuto in questi giorni.

So benissimo che quando ci mettiamo alla lettura di qualche articolo sulla rete, vorremmo dedicarci solo a cose piacevoli, a volte leggere perché no, che possano magari alleggerire il peso delle nostre giornate. Ma in passato, ho condiviso con voi momenti piacevoli e gioiosi. Ho impostato il blog come un racconto della nostra esperienza “familiare” con i corgi che vivono a casa con noi. E allora non posso non scrivere di quello che è stato per noi, un momento molto difficile, che ci ha provato e che tuttora ci tiene in una discreta apprensione.

Non me ne vogliate dunque, io non me la prenderò se deciderete di non proseguire la lettura.

Premetto che noi NON consideriamo assolutamente i nostri cani come “persone”, nè tantomeno alla stregua di figli. Loro sono animali, e per il loro bene non trovo giusto snaturare l’essenza più profonda che li caratterizza. Altresì sono però convinto che, se si decide di prendere un animale come compagno in casa, bisogna assumersi la responsabilità di averne cura nel miglior modo possibile. D’altronde non vedo come non farlo. I nostri corgi si sono talmente insediati nelle nostre vite da essere ormai parte della famiglia.

L’ODISSEA

Ha inizio tutto giovedì 4 maggio. Torno a casa dal lavoro e come al solito, Kiss mi viene incontro per il rituale momento di gioco e coccole. Dopo qualche moina si mette giù per farsi fare un po’ di carezze sulla pancia. In quel momento io e Alessandra ci accorgiamo che a tratti ha degli spasmi e trema. Dopo poco iniziamo a preoccuparci e chiamiamo Silvia, la nostra veterinaria, che prontamente viene a visitarlo.

L’indomani portiamo Kiss in ambulatorio. Viene nuovamente visitato, gli viene fatto un prelievo di sangue ed una prima veloce ecografia. Dall’esame ecografico non si riesce a vedere granché, se non che è presente del liquido nell’addome. Ma la macchina non è eccezionale e non abbiamo un ecografista a disposizione.

Kiss continua a stare male, i tremori sono sempre più frequenti. Per quanto sia stato sempre un cane tranquillo, si vede chiaramente che è molto abbacchiato. Va a cercare posti per nascondersi (comportamento tipico degli animali malati).

L’ansia inizia a raggiungere livelli notevoli.

Il pomeriggio arrivano i risultati delle analisi e non sono per niente confortanti. I valori sono tutti sballati, globuli bianchi altissimi, globuli rossi e piastrine basse. C’è decisamente qualcosa che non va, decade definitivamente l’ipotesi di indigestioni o congestioni varie.

Più tardi abbiamo appuntamento con una brava ecografista e al termine del nuovo esame le ipotesi sono decisamente preoccupanti.

IL PRIMO RESPONSO

Kiss ha la milza molto infiammata, ha un volume 4 – 5 volte maggiore rispetto al normale. Non si nota flusso di sangue, si pensa ad una torsione della milza ma, nonostante i ripetuti tentativi, non si riesce a vedere niente che possa confermare tale ipotesi. La dottoressa quindi pensa che ci sia in atto una trombosi dei vasi dovuta ad una attività metastatica  di origine neoplastica. Insomma un tumore in fase avanzata.

Rimango di pietra. Non riesco a pensare, il nostro Kiss, ha solo 3 anni e mezzo, come è possibile. Termina l’esame, pago distrattamente l’ecografista, e non riesco ancora a capacitarmi di quanto mi è stato detto.

PANICO

In questo momento surreale provo a far mente locale.

Cerco di riunire i pensieri, che però scappano via come scintille di un fuoco su cui qualcuno ha gettato maldestramente un masso.

Parlo a lungo con Silvia che è attonita quanto me, anche lei non riesce a digerire questa notizia, ma non trova altre ipotesi plausibili con cui confutare il nefasto responso.

Continuando a parlare nel suo studio arriva anche mia moglie Alessandra, appena gli raccontiamo il tutto inizia a piangere.

DECISIONI

Silvia comunque non ci sta, dice, giustamente, che dobbiamo far in modo di dare una chance a Kiss. Si mette al computer e inizia a cercare qualche centro in cui poter fare ulteriori esami. E’ venerdì sera, l’unica struttura disponibile e attrezzata in tutto il seguente fine settimana si trova a Terni, la Clinica Veterinaria Tyrus. Li contatta, gli spiega la situazione e chiede se l’indomani mattina (sabato) sia presente il personale necessario per effettuare urgentemente degli esami. Loro confermano la presenza di personale e macchinari necessari per esami approfonditi.

In un solo giorno Kiss ha già perso molto peso 🙁

Noi siamo titubanti, l’ipotesi del tumore ci ha resi molto pessimisti. Ci chiediamo se valga veramente la pena tentare qualcosa con una diagnosi di questo genere. O per egoismo si rischi solo di far soffrire Kiss più del dovuto.

Devo dire che non eravamo molto lucidi. Silvia in quel momento (nonostante fosse molto coinvolta anche lei) ha preso in mano la situazione. Ci ha convinti ad andare, perlomeno per effettuare una nuova serie di esami ed avere una conferma o meno di quanto ci stava rendendo così tristi, e decidere poi il da farsi, senza il rimorso di non aver provato.

Accettiamo, quindi, di rimandare qualsiasi verdetto, regalandoci un giorno di speranza.

ANNUNCI

Ovviamente la parte dolorosa non era che all’inizio. Ho dovuto avvisare Sara, mia sorella, che mi aveva regalato Kiss e le è molto affezionata. Vi lascio immaginare i pianti …. Anche lei era allibita, non si capacitava.

Ma la parte più “straziante” è stata quella di preparare l’altro cucciolo della famiglia. Con il cuore in mano, abbiamo detto a Francesco che Kiss stava molto male e sarebbe potuto morire. Lui, come previsto, ha iniziato a piangere disperato e ad abbracciare Kiss.

Ma come spesso succede con i bambini, loro trovano risorse inaspettate per proteggere il piccolo cuoricino dal dolore, risorse che noi adulti dimentichiamo dove abbiamo riposto. Ha iniziato a dire: “ma non è ancora morto, forse questa sera non morirà, e forse neanche domani, allora intanto io lo coccolo e ogni momento che passa magari troviamo il modo di guarirlo”.

E’ un’immagine vecchia, ma rende l’idea del momento!

Con un groppo alla gola guardavo quel connubio di bipede e peloso che in un momento così triste mi riempiva il cuore di speranza. Speranza, se non per il futuro di Kiss, quantomeno per il futuro di nostro figlio, al quale evidentemente siamo riusciti a trasmettere il rispetto e l’amore verso ogni essere vivente, e vi assicuro che di questi tempi è già un traguardo non da poco.

La mattina dopo di buonora ………..

FINE PRIMA PARTE

continua ……………

 

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