Viaggio in un incubo! Andata e ritorno! (2^ parte)

Attese e …. speranze!

IL VIAGGIO

….. segue

Ci mettiamo in viaggio. La mattina dopo (sabato) di buonora carichiamo Kiss in macchina, accompagniamo Francesco da alcuni cari amici che lo terranno con loro, e con il cuore pesante partiamo per Terni.

Il viaggio dura circa un’oretta. Troviamo la clinica ed entriamo.

L’impressione, da subito, è quella di un ambiente molto pulito e professionale. Nonostante sia sabato mattina c’è molta gente in attesa. Avendo avvisato prima del nostro arrivo ed essendo quella di Kiss un’emergenza, ci fanno entrare quasi subito. Dopo poco arriva una dottoressa e un assistente. Ci fanno  domande sul caso, compilano la scheda, poi procedono ad una prima visita e a visionare gli esami che ci eravamo portati dietro.

La dottoressa Chiara, che ci ha accolti, ci dice di aspettare in sala di attesa. Dopo poco torna fuori dicendoci che lo terranno in day hospital per effettuare gli esami del caso. Sicuramente un nuovo emocromo, ma anche lo striscio periferico del sangue che, come ho avuto modo di scoprire in quei giorni, è un esame manuale che permette di valutare la morfologia, oltre al numero, di globuli rossi, leucociti e piastrine. Inoltre faranno un’altra ecografia e tutto quello che eventualmente riterranno necessario in fase di valutazione. Ci consigliano, visto che per gli esami ci vorranno comunque alcune ore, di tornare a casa. Foligno è a poco meno di un’ora e rimaniamo d’accordo che appena hanno qualche notizia ci chiameranno.

L’ATTESA

Ci rimettiamo in macchina con la paura di non rivedere più Kiss vivo, la situazione è palesemente grave.

Arrivati a casa mangiucchiamo qualcosa, ma l’appetito se n’è andato insieme al buonumore.

Ci avevano detto che l’ecografista sarebbe arrivato solo nel primo pomeriggio. Alle 16,30 non resistiamo più e chiamiamo, ma ancora stanno facendo l’esame. Ci tratteniamo per un’altra mezzora e alla fine richiamiamo.

Questa volta ci danno qualche notizia. Confermano ciò che si era visto dagli esami fatti a Foligno, ma lo striscio non ha dato indicazioni tali da confermare un tumore, ipotesi che loro escludono fermamente considerando anche la giovane età del cane. Anche se non sono riusciti a vederla dall’ecografia, suppongono la presenza di una torsione della milza che ha strozzato i vasi bloccando il flusso del sangue.

Ci dicono chiaramente che, nonostante Kiss sia molto debole, se vogliamo che abbia almeno una piccola possibilità di sopravvivere, va operato immediatamente per la rimozione della milza. La speranza è che la situazione non sia già degenerata troppo e che Kiss resista allo stress dell’anestesia e dell’intervento.

Partiamo immediatamente per Terni ma ci dicono che loro nel frattempo inizieranno ad operare vista la gravità della situazione.

I 50 km che separano Foligno da Terni sembrano 500. L’ansia e la paura che Kiss non ce la faccia rende il viaggio un calvario.

Arriviamo alla clinica verso le 18.00, dopo poco esce in sala d’attesa una dottoressa e ci spiega che Kiss è sotto i ferri, appena terminerà l’intervento ci ragguaglieranno sulla situazione e in ogni caso potremo vedere Il nostro cagnolone.

L’Intervento

L’intervento dura circa 2 ore e mezza e al termine veniamo raggiunti da una ragazza. E’ la dottoressa Letizia che insieme alla dottoressa Chiara hanno operato Kiss. E’ molto giovane ma sembra molto sicura e competente.

Ci aggiorna sulla situazione.

Conferma che Kiss ha avuto una torsione della milza che ormai era talmente grossa da impedire di vedere altro durante le ecografie. Non c’era nessuna massa tumorale, ma la milza era ormai completamente necrotizzata e aveva mandato in sofferenza anche altri organi. Lo stomaco, una parte dell’intestino e soprattutto il pancreas erano infiammati. Questo rende il decorso post-operatorio molto delicato. Kiss dovrà passare le successive 48 ore per essere considerato fuori pericolo. Hanno dovuto togliere parte del peritoneo e fare abbondanti lavaggi per eliminare il tessuto necrotizzato.

Insomma Kiss è vivo, e questa è già una buona notizia che ci da qualche speranza. Ma la situazione rimane comunque molto grave. Bisognerà vedere come reagisce il suo fisico, gli organi dovranno ricostituire la circolazione sanguigna danneggiata dalla rimozione della milza e creare percorsi alternativi. In più la grossa paura è che subentri una pancreatite per la sofferenza che il pancreas ha subito.

Fremente attesa, paura e speranze

Ci portano a vedere Kiss. Lui, nonostante sia ancora sedato per il dolore, appena ci vede tenta di tirarsi su, poi si accascia allungando la testa per farsi fare delle coccole.

Mentre Alessandra lo coccola in lacrime, io cerco di farmi dare ulteriori notizie dalla dottoressa Letizia. Mi conferma che la torsione della milza ha una causa “meccanica” ma non si può dire cosa l’abbia provocata, chiedo cosa ci dobbiamo aspettare se Kiss ce la dovesse fare e lei ci conforta dicendo che dopo la convalescenza riprenderà la sua vita normale. Dobbiamo solo sperare che resista e non subentrino complicazioni.

Dopo un po’ dobbiamo lasciare Kiss e tornare a casa, ma la sensazione è che non potevamo lasciarlo in mani migliori.

Convalescenza

I due giorni successivi sono stati terribili. Chiamavamo ogni mattina in clinica per sapere come stava procedendo il decorso post-operatorio e nonostante la dottoressa Letizia ci dava buone notizie, confermando che stava andando tutto come si aspettavano, la paura di ricevere una telefonata in cui ci avvisavano che Kiss aveva avuto qualche problema era come una spada di Damocle. Ogni sera partivamo per andarlo a trovare e vedere dal vivo come stesse.

Lui, di contro, sembrava migliorare a vista d’occhio. Già la prima mattina dopo l’intervento lo hanno portato fuori per fare due passi. I valori delle analisi, seppur ancora sballati, stavano migliorando.

Nel frattempo ogni volta venivo a conoscenza di piccoli, ma importanti per me, particolari. Ci dissero che altri cani arrivati in situazioni simili erano atterriti dal dolore mentre il nostro Kiss era solo un po’ abbacchiato. Grandi i nostri CORGI, che tempra.

Ancora, se non ci fossimo sbrigati ad operarlo probabilmente il giorno successivo la milza si sarebbe staccata da sola e Kiss sarebbe morto per emorragia interna. Un grande grazie per questo alla nostra veterinaria Silvia, per aver insistito ed averci convinto ad andare subito in clinica.

Finalmente ottime notizie

Nel frattempo Letizia (non me ne voglia se ho omesso il titolo ma ormai è diventata quasi una di casa ;)) ci dice di essersi innamorata di Kiss, ehehe nessuno è al sicuro dall’effetto CORGI!

Dopo tre giorni dall’operazione, alla clinica sono ormai ottimisti, hanno iniziato ad alimentare Kiss con dell’umido, i valori iniziano ad essere buoni e proseguono le passeggiatine mattutine.

Martedì sera chiamiamo in clinica e parliamo con Letizia che è nuovamente di turno. Le buone notizie questa volta sono “condite” dall’annuncio che solo qualche giorno prima mai ci saremmo aspettati di ricevere. Letizia infatti ci dice: “se venite domani verso l’ora di pranzo vi portate via Kiss, lo dimetto, ormai sta bene ed è inutile che rimanga ancora qui”. Non potevamo crederci.

Mercoledì mi prendo un giorno di ferie, decidiamo anche di far saltare la scuola a Francesco e portarlo con noi. I giorni precedenti infatti, non lo avevamo mai portato a trovare Kiss per paura che si creasse false speranze in caso di una ricaduta.

Ritorno dall’incubo!

Anche ora i 50 km sembravano non finire mai, ma questa volta per l’impazienza di riprenderci il nostro Kiss.

Arriviamo tutti e tre con un sorriso a 90 denti e ci fanno aspettare in sala d’attesa perché Letizia in quel momento è impegnata. E’ lei che deve (o vuole) sbrigare le pratiche della dimissione. A un certo punto si apre la porta e appare Kiss insieme al suo angelo che lo porta al guinzaglio. Lui appena ci vede diventa matto e ci corre incontro, Francesco non sta più nella pelle.

Si butta per terra, lo abbraccia, lo stringe forte. Poi si alza, guarda Letizia, gli dice: “grazie”, e abbraccia anche lei. Il mio cucciolo. Ha passato giorni con un dolore dentro che non riusciva a tirar fuori, ed ora che ha riavuto il “suo” cane non riesce a smettere di sorridere.

Dopo le prime smancerie e coccole, rientriamo dentro. Letizia ci mette al corrente del necessario per la convalescenza, gli antibiotici ed altre medicine, la dieta, etc. Mentre noi parliamo, Francesco e Kiss, seduti per terra, intavolano una seria discussione che mette di buon umore tutto il personale della clinica. Chissà che si sono detti!

 

Insomma espletate tutte le pratiche di rito, salutiamo calorosamente Letizia e usciamo. Kiss ha il “collare della vergogna” (vds il film “UP”). Lo dovrà tenere qualche giorno per evitare che si lecchi la ferita. E’ un po’ magrolino ovviamente, ma a parte questo sembra essere in forma, è incredibile, con quello che ha passato.

Bentornato Kiss

Carico tutta l’allegra famiglia in macchina, e via, si torna a casa.

La stessa strada che quattro giorni prima ci aveva portato dentro un’incubo, ora ci stava riportando “tutti” a casa. Un’esperienza nel cuore che ci ha provato duramente, ma una gioia che stentiamo a trattenere e che solo il ritrovare qualcosa che si pensava perso ti può dare. 

Arriviamo a casa, e Kiss riprende posto in famiglia, come ormai siamo abituati a vedere.

I primi giorni lo guardiamo spesso, con apprensione, pronti a recepire qualsiasi piccolo segnale. Il giorno dopo lo portiamo da Silvia che, visibilmente emozionata, non si capacita di come abbia recuperato velocemente. La convalescenza sembra andare bene e, se non fosse per le parti rasate, non si direbbe che Kiss sia stato così vicino a morire.

La sensazione è strana, l’aver riavuto Kiss quando ormai non avevamo molte speranze, è come avere un cane “nuovo”, e in effetti un po’ nuovo è….

Signori vi presento il nuovo Kiss detto anche ……… LO SMILZO !!!!

Ringraziamenti

Non posso esimermi dal fare qualche ringraziamento pubblicamente.

Un grazie a Silvia, la nostra veterinaria, che come sempre è pronta ad intervenire in qualsiasi momento la si chiami. Grazie per esserci stata vicino e soprattutto per averci spinto a portare Kiss in clinica (che lei stessa ha cercato e contattato), nonostante sembrava non ci fossero speranze. Grazie perché in quei momenti non eravamo lucidi e ci hai consigliato per il meglio.

Un grazie a tutto il personale della Clinica Veterinaria Tyrus, perché si sono dimostrati veramente professionali e preparati. Un grazie particolare alle due dottoresse che hanno operato Kiss, Letizia e Chiara. Perché ci hanno restituito il nostro cane che pensavamo di aver perso. Grazie perché oltre alla competenza hanno dimostrato anche di capire il dolore e lo smarrimento di chi hanno di fronte. Un grazie speciale a Letizia con cui abbiamo avuto più contatti, che ci ha sempre spiegato tutto con una gentilezza e una disponibilità incredibili. Kiss ti manda un bacio.

E infine un grazie a tutti quelli che ci sono stati vicini in occasione di questa disavventura. Parenti e amici, conoscenti dal vivo e social. Perché è vero che, come scrivevo nella prima parte dell’articolo, consideriamo Kiss (giustamente) un animale e non una persona, ma non sta scritto da nessuna parte che non si possa volere bene ad un animale e non si possa soffrire per lui.

Un saluto a tutti e un bacio da Kiss ….. lo SMILZO

 

Leggi la 1^ parte

2 Replies to “Viaggio in un incubo! Andata e ritorno! (2^ parte)

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